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02 agosto 2017

Le nuove norme Ue sulle emissioni potrebbero porre fine al potere del carbone

Tratto da http://www.classeuractiv.


Ieri Bruxelles ha formalmente accettato nuove regole sull'ambiente,
 prevedendo che le centrali elettriche taglino l'uso di agenti inquinanti
 (con un "costo di conformità" stimato in oltre 15 miliardi di euro).
 Per alcuni gruppi ambientalisti il passo successivo sarà la chiusura 
delle centrali alimentate a carbone

Le centrali elettriche europee dovranno ridurre sensibilmente l'uso 

di agenti inquinanti come l'ossido di azoto e il mercurio. E' questo 
che impongono le nuove norme approvate dagli Stati membri nel 
mese di aprile ed adottate formalmente ieri dal Collegio dei 
Commissari Ue.

Oltre 3.000 grandi impianti di combustione dovranno rispettare le disposizioni entro il 2021, mentre secondo alcune stime l'82% delle

 centrali di carbone europee emette troppo e non ha possibilità 
di conformarsi agli standard. 
Adattarsi alle nuove norme comporterebbe per gli impianti costi per
 circa 15,4 miliardi di euro, ma una  spesa così alta, unita alla  situazione incerta del carbone come fonte di energia, potrebbe far sì che le centrali vengano definitivamente chiuse.
Christian Schaible, membro del gruppo di lavoro che ha aiutato a redigere gli standard anti-inquinamento, ha spiegato che "non tutte le centrali avranno la possibilità, le risorse finanziarie o addirittura l'accesso alle attrezzature necessarie per ridurre i livelli di inquinamento.Gli investimenti in centrali che sono già sostanzialmente pronte a soddisfare gli impegni climatici semplicemente non hanno senso".
Dave Jones, analista energetico dell'organizzazione no-profit Sandbag, ha espresso la speranza che "i governi si attivino per combattere seriamente l'inquinamento, il che significa andare oltre i requisiti minimi". Questo - ha aggiunto - dovrebbe essere fatto ilpiù presto possibile piuttosto che aspettare il 2021.
Uno studio della scorsa settimana ha rivelato che i Paesi del
 G20 vengono vessati da massicci costi sanitari a causa della
 cattiva qualità dell'aria. In breve: i miliardi di sovvenzioni
 ricevuti per l'utilizzo di combustibili fossili si traducono quasi
 sempre poi in trilioni di spese sanitarie.
L'inquinamento atmosferico può causare una serie di malattie, specialmente polmonari e respiratorie. Le Ong sostengono che 
le nuove regole adottate ieri potrebbero salvare fino a 20.000 
vite all'anno.
La Commissione europea, nel mese di febbraio, ha reso noto che le 
leggi Ue sulla qualità dell'aria sono state violate in oltre 130 città di 
dei 28 Stati membri del blocco, e secondo il portavoce Enrico Brivio "l'inquinamento atmosferico è la prima causa delle morti premature
 legate all'ambiente nell'Unione".
Tuttavia le nuove norme non sono state accettate all'unanimità, e 
gli stati membri del carbone (Polonia, Bulgaria, Germania e Repubblica
 Ceca) si sono opposti alle modifiche.
In particolare ad esser criticata è stata Berlino che,  unendosi al 
cosiddetto "blocco tossico" dei Paesi dell'Est, è sembrata in contrasto
 con i propri progetti di transizione energetica, e con gli impegni 
dell'Accordo di Parigi.
La direttiva Ue sulle emissioni industriali è entrata in vigore nel 2011,
 ma i limiti imposti alle centrali elettriche e di carbone sono stati spesso
 discussi e criticati per essere troppo deboli, così deboli da consentire 
a molti impianti di superare gli standard,

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